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mercoledì 31 marzo 2010
LA GELMINI SBIANCHETTA LA RESISTENZA DAI LICEI
Dal prossimo anno per gli alunni delle scuole superiori “la resistenza” sarà soltanto la definizione di una grandezza fisica per misurare l’elettricità.
La deputata del Pd, Manuela Ghizzoni, ha denunciato infatti come le indicazioni di studio per i licei non prevedano più esplicitamente lo studio della Resistenza e dell’Antifascismo . Scomparsa anche la Liberazione.
Ovvero, secondo il ministero, nello studio del Novecento ci si deve limitare a studiare la formazione e le tappe dell’Italia repubblicana, come fosse nata dal nulla.
La smentita di viale Trastevere è già arrivata, ma i sindacati chiedono ora di mettere la rettifica nero su bianco.
Dopo l’allergia al darwinismo del ministro Letizia Moratti è arrivata quella per la storia d’Italia della Gelmini.
Da Il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Maturità, doppia tassa
Ora a scuola si va con il tariffario. Consulti una delle pagine dei siti e sembra di guardare il link ad un albergo o un centro benessere: tutto (o quasi) si paga, dal ritiro del diploma alle lettere ricevute a casa, dai corsi di recupero all’esame di maturità per i privatisti per il quale i prezzi possono aumentare anche di dieci volte rispetto a quelli praticati agli alunni interni.
E' la crisi, è l’effetto dei tagli di Tremonti, e di un miliardo di euro tra supplenze e fondi per il funzionamento ordinario che le scuole hanno anticipato e che ora il ministero fa finta di non dover restituire alle scuole, spiegano i sindacati e politici dell’opposizione. «Da quest’anno non solo le scuole corrono il rischio di avere trasferimenti inadeguati, ma anche di vedere cancellata qualsiasi possibilità di recuperare i propri crediti», avverte Mariangela Bastico del Pd. Mentre Manuela Ghizzoni, sempre del Pd, sulla vicenda ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo l’intervento del ministero che nonostante le denunce non aveva ancora assunto una posizione ufficiale.
Manca un miliardo nelle scuole, insomma. E’ una cifra di tutto rispetto: i dirigenti scolastici, sono costretti a inventare di tutto pur di far quadrare conti che in queste condizioni sembra impossibile far quadrare. Anche raddoppiare le tasse. Finora esisteva una sola tassa per la maturità, da versare allo Stato, di 12,03 euro. Quest’anno almeno una scuola su due ha chiesto agli studenti dell’ultimo anno una doppia tassa: quella regolare con bollettino intestato all’Agenzia delle Entrate, e la seconda invece con bollettino intestato alle scuole, a volte addirittura agli stessi dirigenti scolastici come accade all’Itc Cesare Beccaria di Carbonia.
Alcuni studenti e genitori hanno pagato senza protestare. Altri invece non hanno mandato giù la seconda tassa. All'istituto Piaget di Roma, ad esempio dove una decina di ragazzi si sono rifiutati di pagare. Anche perché la richiesta era di 100 euro, piuttosto cara rispetto alla media. Sono state minacciate ritorsioni da parte della dirigenza ma i ragazzi non intendono fare marcia indietro. La maggior parte degli istituti infatti si limita a chiedere un contributo di una ventina di euro. «Per le fotocopie, e le spese di segreteria. E’ solo doveroso nella condizione in cui sono costrette a andare avanti le scuole», spiega Antonio Gaeta dirigente scolastico del Polo Didattico di Passo Corese, in provincia di Rieti.
E in genere i genitori accettano il pagamento, a meno che le spese non risultino particolarmente elevate come al Piaget di Roma, oppure in Puglia a Ceglie Messapica, all'Istituto tecnico Agostinelli dove il tariffario prevede una «tassa per la maturità» di 50 euro o al liceo scientifico «De Sanctis» di Salerno dove se ne pagano 90. E’ a quel punto che qualcuno inizia a chiedersi se la seconda tassa è davvero una tassa o soltanto un contributo, e quindi se esista l’obbligo di pagarla oppure no.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini lo ha finalmente chiarito pochi giorni fa, ricordando ai dirigenti scolastici che non hanno alcun diritto di chiedere soldi alle famiglie. Alcuni dirigenti però la pensano diversamente come Marco Bevilacqua, a capo dell’istituto Ambrosoli di Roma, che di fronte alle proteste per aver chiesto 200 euro per frequentare l’istituto ricorda l’esistenza di un Patto educativo di corresponsabilità sottoscritto da genitori al momento dell’iscrizione che prevede l’obbligatorietà dei contributi decisi dalle scuole.
Insomma, pagare si deve sostengono alcuni dirigenti. E quindi nascono le voci più varie. Doppie tasse sulla maturità, doppie tasse di iscrizione, ma anche molto altro. All’Istituto d’Arte Licini di Ascoli Piceno si chiede ogni anno una seconda tassa di iscrizione per la scuola di 90 euro obbligatoria anche per le famiglie che per legge sarebbero esentate dal pagamento della tassa imposta dallo Stato. E poi 10 euro per le «spese postali per comunicazioni alle famiglie e gestione informatizzata delle assenze», e ancora 1 euro per l’acquisto della pagella scolastica. Situazione simile al professionale Datini di Prato dove la seconda tassa sulla maturità è di 51 euro (i privatisti pagano il doppio), le doppie iscrizioni ai vari indirizzi sono tutte di oltre 100 euro a seconda dei vari indirizzi, ma comunque si chiede 1 euro a tutti per un non meglio identificato «fondo di solidarietà».
I prezzi non appaiono sui tariffari ufficiali ma spesso le scuole si fanno pagare anche i corsi di recupero organizzati per aiutare a metà anno gli studenti in difficoltà. Secondo un sondaggio del sito Skuola.net più di una scuola su 10 chiede una cifra in cambio del corso.
Un capitolo a parte sono i privatisti, da sempre territorio di caccia di fondi da parte di presidi di ogni epoca. Quest’anno all’Istituto Comprensivo Statale di Oppido Mamertina per la maturità gli interni pagano una tassa di 30 euro, i privatisti di 80, quasi tre volte di più. Ancora nulla rispetto al professionale Einaudi di Ferrara, dove gli interni pagano 25,82 euro e i privatisti 206,58, quasi nove volte di più. E’ l’autonomia scolastica: in tempo di crisi somiglia terribilmente a un suq, in cui ognuno fa come gli pare.
di FLAVIA AMABILE da LA STAMPA del 29 marzo 2010
LA MENSA: ...QUESTA SCONOSCIUTA
- frequenza settimanale di certi alimenti (per es. legumi almeno una volta a sett., tot. volte a sett. carni e verdure)
- metodologia di cottura (per es. NO FRITTI, no cicli caldo/freddo/caldo)
- ricette (ingredienti per la preparazione delle pietanze)
- dosi
- vincoli igienici
- carne Coalvi
- frutta biologica
- prodotti a Km 0
- solo olio extravergine di oliva
- solo Parmigiano Reggiano
- NO pesce PANGASIO
martedì 23 marzo 2010
COMMISSIONE MENSA: AGGIORNAMENTO (visita dell'11 marzo)
In merito alle problematiche emerse in mensa, in occasione delle visite da parte della commissione e in seguito ai chiarimenti avvenuti tra la commissione stessa e gli insegnanti alla presenza del Dirigente Scolastico, si è giunti alle seguenti considerazioni:
- il budino, o la frutta, viene spesso distribuito ad inizio pasto per velocizzare il servizio e così si è deciso unanimemente di continuare;
- il Dirigente Scolastico promulgherà una circolare tra gli insegnanti ai fini di sottolineare l'importanza del tempo mensa ai fini didattici;
- a partire dal prossimo anno, faranno parte della commissione anche alcuni insegnanti e funzionari del Comune, così da completare la commissione con tutte le parti interessate.
lunedì 22 marzo 2010
INCONTRO CON GHERARDO COLOMBO
con il PATROCINIO del
COMUNE DI DRUENTO
(Assess
ORGANIZZA UN INCONTRO CON
GHERARDO COLOMBO
(EX MAGISTRATO MANI PULITE)
SUL TEMA: “PERSONE E REGOLE”
30 MARZO 2010
ORE 21
TEATRO PARROCCHIALE
“La giustizia non può funzionare
se il rapporto tra i cittadini e le regole
è malato, sofferto,
segnato dall’incomunicabilità”
“ La giustizia non può funzionare
se i cittadini non comprendono
il perché delle regole”
(Gherardo Colombo “Sulle regole”)
Il 31/03 Gherardo Colombo incontrerà i ragazzi della Scuola Media Don Milani.
giovedì 18 marzo 2010
Scuola, storie di ordinaria viltà
Voti troppo bassi e chi è preso di mira; scarsa o nulla considerazione in aula (mortificazione dell’amor proprio); ricerca dell’umiliazione, il docente, con ogni probabilità frustrato, che manifesta il suo potere inattaccabile; gelosia nei confronti di chi dimostra una particolare brillantezza intellettuale. Ecco alcune tipologie con le quali si palesa il fenomeno del mobbing scolastico, ovvero quell’atteggiamento vessatorio da parte dell’insegnante nei confronti dello studente. Un annoso problema. Sono
da IL FATTO del 18 marzo 2010
martedì 16 marzo 2010
BANDO DI CONCORSO per Diritto allo Studio
QUI trovate il bando per l'assegnazione dell'assegno di studio per iscrizione e frequenza.
QUI trovate il bando per l'assegnazione dell'assegno di studio per spese di libri di testo, trasporti ed attività integrative previste dal POF.
In ogni caso vi rimandiamo al precedente post che abbiamo pubblicato per approfondimenti.
Abbiamo provato a fare una simulazione di calcolo dell'ISEE da QUESTO indirizzo inserendo i seguenti valori:
Reddito familiare: 60.000€
Patrimonio mobiliare: 80.000€
Casa di proprietà
Come potete vedere dall'immagine del risultato del calcolo, l'ISEE è risultato essere inferiore ai 32.000€ richiesti come soglia dal bando.
QUI potete scaricare il modulo unificato di richiesta contributi per il diritto allo studio (anno scolastico 2009/2010)
AGGRESSIONE a Lorenzo Varaldo
Giovedì scorso, 11 marzo, Lorenzo Varaldo, in qualità di vicario della scuola Aleramo, mentre riceveva con la dirigente scolastica i genitori di un alunno della scuola e cercava pacatamente di affrontare le questioni esposte, è stato aggredito improvvisamente e violentemente dal padre dell’alunno in questione e colpito con più pugni e calci su volto, stomaco e arti, procurandogli tra l’altro un evidente ematoma sotto l’occhio. Il peggio è stato evitato esclusivamente per fortuna e perché l’insegnante, senza reagire all’aggressione, si è riparato dall’infierire, con la dirigente che tentava di creare una via di fuga dalla furia inaudita.Questi fatti, in sé gravissimi, hanno lasciato indignati e preoccupati tutti gli insegnanti e il personale della scuola, i genitori e molti colleghi di altre scuole.
Le preoccupazioni nascono dal fatto che tutti hanno coscienza come episodi simili, certamente ascrivibili agli eccessi di un singolo, siano in realtà da inserire in un contesto generale di malessere che vive la scuola: de-istituzionalizzazione, discredito sugli insegnanti e sui dipendenti pubblici, tagli del personale.
E’ necessario chiarire che questa politica apre ormai una prospettiva di vero e proprio pericolo su cui non è poi il caso di scandalizzarsi dopo.
Il genitore in questione, dopo l’aggressione, si è indirizzato verso la classe del figlio ed è stato fermato solo dall’intervento della dirigente e del custode.
Che cosa poteva succedere con un’ulteriore carenza di organico del personale?
Porre la questione vuol già dire rispondere non solo alla domanda, ma anche al problema delle responsabilità di chi governa.
La nostra volontà di battersi per la difesa della scuola pubblica, per la concessione di tutti i posti richiesti e necessari, contro ogni legge che destruttura l’istituzione scuola e i suoi principi sanciti nella Costituzione, è ancora più ferma dopo questo avvenimento.
Per questo l’assemblea del 17 marzo è solo rimandata, per poterla svolgere in tutta serenità appena sarà possibile.
Nel ringraziare la UIL-Scuola (sindacato a cui Lorenzo Varaldo è iscritto) che immediatamente ha pubblicato un comunicato di solidarietà e di denuncia dell’accaduto, invitiamo tutti ad aiutarci nel far conoscere ciò che è successo e ci scusiamo fin d’ora per gli eventuali disagi dovuti allo spostamento dell’assemblea.
Il gruppo organizzativo del “Manifesto dei 500”, 15 marzo 2010
lunedì 15 marzo 2010
Scuola SUPERIORE: una riforma da brividi
Tra due settimane si chiudono le iscrizioni e le famiglie iscriveranno i figli nella prima classe di una scuola che non c’è. Infatti la “riforma” della superiore non è ancora legge e – giuridicamente – in Italia vigono ancora i vecchi ordinamenti: assenza di procedure legittime, dunque, e una serie di conseguenze.
L’ostinazione a far partire da
La persuasione mediatica agisce non solo dai Tg. Fate un giro sul sito del ministero: troverete un accattivante vademecum per studenti e famiglie, che racconta la “riforma epocale”, contravvenendo al principio di realtà, legittimità e soprattutto responsabilità
Intanto la scuola superiore – che finora ha svogliatamente e colpevolmente solo assistito alla costruzione della propria distruzione
L’avvio del riordino senza la conclusione dell’iter previsto comporta il modo improvvisato e dilettantesco con cui stanno riempiendo quell’abominio sociale, giuridico, economico e culturale che chiamano “riforma”. Manca il regolamento sulle classi di concorso, che verranno rivoluzionate, e che è ancora ben lontano dall’essere approvato: in sostanza le “materie” e i titoli che si devono avere per insegnarle.
La CM 18/2 che dà avvio alle iscrizioni è priva di presupposti legislativi, come si è detto inesistenti, essendo
È per questo che la Cgil ha inoltrato ricorso al Tar del Lazio. La “riforma” viola l’autonomia delle scuole, alle quali vengono assegnati i nuovi indirizzi
Dismessi pedagogia, didattica, cultura, cittadinanza, emancipazione. Non dobbiamo stancarci di ripetere: tutti devono sapere quello che sia sta facendo, e come, alla scuola della Costituzione.
da IL FATTO del 14 marzo 2010
sabato 13 marzo 2010
Cinque in condotta, meno del previsto. "Gelmini tarocca i dati e copre i problemi"
"Il ministro tarocca i dati sugli scrutini per nascondere i veri problemi della scuola". Secondo il capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini una settimana fa ha fornito dati incompleti sul giro di boa del presente anno scolastico. In base ai numeri più aggiornati provenienti dall'ufficio statistica di viale Trastevere, gli studenti italiani sarebbero addirittura migliorati rispetto ad un anno fa: meno insufficienze e meno bulli. Niente, quindi, linea del rigore. Ma importanti risultati che premierebbero il duro lavoro degli insegnanti in classe, nonostante i tagli.
Cortei studenteschi in tutta Italia contro la riforma delle superiori
ROMA
Oggi in oltre 40 città italiane gli studenti di scuole ed università scendono in piazza con cortei ed iniziative promosse dall’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario in concomitanza con lo sciopero generale dei lavoratori, per lanciare un «percorso di AltraRiforma per formulare proposte collettive di rilancio di un protagonismo studentesco che non ha mai smesso di pulsare».
«Negli ultimi mesi - si legge nei documenti dell’Uds e Link - il governo Berlusconi ha dichiarato esplicitamente, attraverso specifici provvedimenti, le proprie intenzioni: affamare la scuola pubblica, rendere definitivamente private le università e cancellare la ricerca libera dal territorio nazionale. Il piano, in sintesi, è condannare la nostra intera generazione all’ignoranza».
Sotto accusa la riforma delle superiori, «che mira al taglio di ore di lezione, di cattedre e di qualità dell’offerta formativa» e la legge che abbassa l’obbligo scolastico a 15 anni, «permettendo ai giovanissimi di svolgere un tirocinio lavorativo invece di andare a scuola».
«Noi chiediamo - continuano Uds e Link - che i risparmi conseguiti con le riforme siano reinvestiti nella spesa per la formazione, portando l’Italia agli standard europei. Esigiamo che nel nostro Paese venga realizzata una Legge quadro nazionale sul diritto allo studio».
venerdì 12 marzo 2010
SCEGLIERE LA SCUOLA SUPERIORE? CHE FATICA…
giovedì 11 marzo 2010
INCONTRO FORMATIVO SULLA MENSA
VI PREGHIAMO DI DARE DIFFUSIONE, QUANTO PIU' POSSIBILE, A QUESTO INCONTRO.
martedì 9 marzo 2010
LA PAGELLA DIVENTA A PAGAMENTO
Vi riportiamo un articolo uscito su LA STAMPA lunedì 8 marzo riguardante il contributo "volontario" richiesto dalle scuole ai genitori che riteniamo MOLTO interessante.
(cliccate sul titolo per vedere l'articolo originale)
ROMA
Angelo abita a Torre Annunziata, è disoccupato, soldi in tasca ne capitano pochi. Quest’anno la sua scuola, il secondo circolo didattico Giancarlo Siani, gli ha rifiutato l’iscrizione dei tre figli mandandogli i bollettini di quello che, in genere, viene definito «contributo scolastico», una cifra che gli istituti chiedono a titolo volontario alle famiglie per aiutarli a far quadrare i conti, ma che invece da un po’ di tempo si sta trasformando in un obbligo a cui non tutti vogliono sottostare. Angelo non aveva pagato lo scorso anno.
E così l’istituto voleva fargli capire qual era il suo dovere. E’ bastato minacciare una denuncia per far iscrivere i bambini. Da quando il ministero ha chiuso i cordoni della borsa, sono sempre di più le scuole a chiedere aiuto alle famiglie. «Siamo di fronte a un vero e proprio abuso», denuncia Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, portale fra i più seguiti sui temi della scuola. E, quindi, ha deciso di fare un’inchiesta. In pochi mesi si sono fatte avanti almeno una sessantina di persone, sparse in tutt’Italia, a raccontare vicende tutte più o meno simili.
Una di loro ha davvero fatto partire la querela contro il dirigente scolastico della sua scuola, il liceo scientifico Cassini di Genova. Lo accusa di concussione e omissione di atti d’ufficio, dopo che per il secondo anno di seguito non ha avuto la pagella della figlia che ora ha 16 anni. «Voglio combattere una battaglia in nome di tutti i genitori d’Italia», spiega. Massimo Angelini, il dirigente, si è detto tranquillo: «Ho soltanto fatto il mio dovere. Lo rifarei».
I casi di scuole un po’ prepotenti sono davvero tanti anche se da un punto di vista legale non sembrano esserci dubbi. C’è l’articolo 34 della Costituzione a sancire che l’istruzione è obbligatoria e gratuita per otto anni. Esiste una circolare del ministero dell’Istruzione a ricordare che le iscrizioni ad anni diversi dal primo sono automatiche. E c’è anche l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, che di fronte al caos generale, cinque anni fa decise di intervenire con un documento per spiegare che il contributo è volontario. Ma le casse sono vuote. Mentre il ministero preferisce non esporsi, alcune scuole ne approfittano. «Da anni va avanti questo abuso. Tutti sanno, qualcuno denuncia, eppure il Ministero non è mai intervenuto», racconta Daniele Grassucci.
E quindi si viene a sapere che al tecnico per geometri «Giorgio Ambrosoli» di Roma da un anno all’altro il contributo volontario è passato da 120 a 200 euro l’anno, un aumento secco del 60%. Tanti hanno pagato, una mamma si è rifiutata. Il figlio non ha avuto il pagellino del primo trimestre. E al secondo trimestre ha avuto la pagella solo dopo essere andata in segreteria a chiedere una dichiarazione scritta della scuola su quello che stava accadendo. All’istituto professionale «Pietro Verri» di Busto Arsizio, invece, il coraggio di mettere nero su bianco le loro condizioni l’hanno avuto. In una lettera indirizzata alle famiglie il 16 febbraio scorso hanno inserito fra le tasse scolastiche anche il contributo volontario e specificando che senza il pagamento «non sarà più rilasciata alcun tipo di documentazione (certificato d’iscrizione e frequenza, di voti, diploma, etc.)».
domenica 7 marzo 2010
Riflessione sulla scuola dopo l’orgoglio della Gelmini per i 5 in condotta
I dati sono appena usciti: sulle pagelle del primo quadrimestre, quest’anno, ci sono diecimila insufficienze in condotta in più dell’anno scorso. E sono peggiorati anche i voti in tutte le altre materie. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini commenta, fieramente: «La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico». Io la vedo in un altro modo: la nostra scuola non è migliore perché è più severa, la nostra scuola purtroppo peggiora di anno in anno. Quest’anno i docenti sono esasperati, per non dire abbrutiti, da quella che è la condizione della scuola pubblica. La mancanza di fondi è cronica: sono moltissimi gli insegnanti che non saranno mai pagati per le ore extra che sono stati obbligati a fare l’anno scorso, per dirne una. Altro che «tre i», informatica, inglese e impresa: nella scuola manca tutto, dalle risme di fogli per le fotocopie alla carta igienica in bagno, a Milano come a Palermo. E gli insegnanti sono comprensibilmente stressati e sfiduciati. Detto questo, gli scolari, sia alle elementari che alle medie e alle superiori, sono molto più maleducati che dieci o venti o trent’anni fa. Nella scuola del 6 politico tanto paventata dal ministro Gelmini i ragazzi non erano i barbari che sono diventati oggi. Per colpa di chi? Di noi genitori, prima di tutto, che li viziamo troppo. Prima li coviamo come bebè, e in terza elementare ancora non sanno allacciarsi le scarpe da soli, stare fermi nel banco o tacere quando parla un adulto. Poi, stremati, li abbandoniamo: quelli delle medie passano più tempo davanti alla Playstation e alla Tv o su Messenger che non sui libri, e il rispetto per gli adulti, tranne poche eccezioni, non sanno neanche cosa sia. Colpa nostra, certo. Ma colpa soprattutto di una società, di uno Stato, che, da Tangentopoli in avanti, non ha saputo ritrovare il rispetto di sé. Tutti urlano, fregano, insultano, tutti fanno i furbi, in televisione, in Parlamento e sui giornali. E perché i nostri bambini dovrebbero crescere rispettosi e educati, se questo è l’esempio che gli diamo? Li abbandoniamo a una società che gli dice che l’aspetto fisico, i soldi e il successo sono la cosa più importante: come potrebbero crescere diversamente da come stanno crescendo? Essere genitori, oggi, per chi non vuole crescere i figli in una torre d’avorio, è la cosa più difficile che ci sia. Ma se è vero che la condotta dei ragazzi è solo il riflesso della miseria del Paese, è ancora più vero che la miseria del Paese si supera solo educando i ragazzi. Alla consegna delle pagelle, sia alle elementari che alle medie, quest’anno, ho incontrato maestre e professori mortificati dall’incapacità di autodisciplina degli scolari. Il problema è che è l’Italia a essere indisciplinata. Il problema siamo noi. Ci manca drammaticamente il senso del bene comune, e stiamo allevando dei giovani individualisti, egoisti e maleducati. Quelli del sei politico erano piccoli lord, o giovani Gandhi, rispetto a questi ragazzi, caro ministro.
su Vanity Fair 9/2010
venerdì 5 marzo 2010
PEDICULOSI
CONTROLLO MENSA: resoconto dell' 11 febbraio 2010
Giovedì 11 febbraio la nostra commissione mensa si è recata presso la scuola elementare/media di Druento per una verifica sul servizio mensa.
La visita non è stata preannunciata alla scuola per cui è risultata "a sorpresa" in modo che ci sia un effettivo riscontro di quello che accade nella nostra mensa.
La qualità globale del cibo (essendo una mensa fresca) è risultata ottima.
Vogliamo qui chiarire alcuni punti oggetto di lamentele da parte dei genitori:
- pasta scotta
- mancanza parmigiano sulla pasta
Riguardo il punto (2) il formaggio non viene messo apposta sulla pasta in quanto potrebbero esserci casi di intolleranza, per cui chi lo vuole deve metterselo.
Unico evento increscioso è stato il fatto che un insegnante servisse, tra il primo ed il secondo, il budino con effetto che il secondo (pesce) ed il contorno (carote) non sono stati più mangiati dai bambini.
Questo è un fatto gravissimo, in quanto il tempo mensa è comunque "tempo scuola" e quindi tempo educativo.
Vi rimandiamo comunque alla lettura del verbale.
Cliccando QUI potete trovare il verbale del controllo effettuato.
mercoledì 3 marzo 2010
Festa carnevale medie: RINGRAZIAMENTI
- il Comune di Druento, nella persona dell’assessore Francesca Barzan, che già dal primo incontro ha aderito con entusiasmo all’iniziativa e ci ha sempre spronato a portarla avanti;
- la Consulta Giovanile, composta da eccellenti ragazzi che hanno trascorso tutta la serata all’interno della festa mischiandosi con gli adolescenti per controllarne il comportamento e per animare la loro serata;
- Giacomo Turreno e Alex Iannazzo, dell’Isola che C’è, che con la musica e le luci hanno reso fantastica la serata e che, conoscendo bene i ragazzi, hanno svolto perfettamente il loro ruolo di DJ;
- la Banda Musicale, che ci ha messo a disposizione la sala e che è stata molto disponibile per trovare le giuste soluzioni logistiche;
- Margherita e Don Maurilio, della Scuola Media “Don Milani”, che si sono prestati ad una “mascherata” a premi: i ragazzi hanno apprezzato la loro presenza dietro quelle bellissime maschere;
- Il Night and Day e la Cartoleria Bomo, che hanno messo a disposizione dei buoni premio, che ci hanno permesso di fare un estrazione a sorte durante la serata;
- tutti i genitori, soprattutto quelli che non avevano i figli all’interno, che sono stati pazientemente tutta la serata “fuori al freddo” a sorvegliare che nulla potesse accadere.
lunedì 1 marzo 2010
Scuola, resistenza piemontese
”epocale” riforma della scuola non è ancora in vigore: le procedure giuridiche in uno stato di diritto vanno rispettate. Mancano il parere della Corte dei Conti, la firma di Napolitano, la pubblicazione in Gazzetta. Ma tutti, in un blob di disinformazione e di arroganza, si comportano come se lo fosse.
Le scuole superiori stanno orientando i ragazzi su piani di studio che ancora non sono legge.
Una parte degli insegnanti - fatalista , disillusa, disinteressata – rinuncia a qualsiasi resistenza ideale contro un progetto che, impoverendo la scuola e la cultura, ricadrà sulle loro impreparate spalle.
Gelmini, esecutrice di una prova di forza volta soltanto a soddisfare i diktat di Tremonti sui 10.000 posti di lavoro da tagliare il prossimo anno, è già pronta a nuove forme di intervento brutale, primo fra tutti il reclutamento dei docenti. Tutti i pareri sulle “nuove superiori” degli organismi di controllo e consultazione hanno sottolineato che il governo ha delegato a se stesso o al ministero in maniera eccessiva la regolamentazione di materie che avrebbero richiesto interventi legislativi o iter più complessi del semplice decreto amministrativo. “Si mantiene il carattere non normativo, a differenza di come aveva suggerito il Consiglio di Stato, su temi strategici quali i programmi di studio, la valutazione e l'autovalutazione del sistema scolastico, la organizzazione di tutte le cattedre a 18 ore, che significa annullare le supplenze. E si ribadisce la deroga al potere regolamentare che la legge aveva attribuito al Governo nel suo insieme e non al singolo ministro” così chiarisce l'avvocato Mauceri.
Oltre ai docenti che verranno falcidiati, pagheranno i ragazzi e le famiglie, disorientate dalla farragine delle notizie e dall'impreparazione delle scuole a dare senso al confuso contenitore approntato frettolosamente dal ministero per fare cassa. A meno di un mese dalla chiusura delle iscrizioni, le scuole non hanno ancora notizie precise sugli indirizzi di studio che verranno loro effettivamente attribuiti direttamente dal ministero, violando il Dpr sull'autonomia. Ma non è questa la sola prevaricazione: una norma del '99 assegna, infatti, ampia competenza alle Regioni sul piano dell'offerta territoriale; Regioni che avranno inoltre un peso strategico nella definizione degli esiti (qualifiche, diplomi) e delle interazioni (accordi con le agenzie formative) relative all'istruzione professionale.
È critica l'assessore all'Istruzione del Piemonte Pentenero: “Stiamo responsabilmente approntando quanto ci compete, ma con esplicita riserva, considerando la grave incertezza normativa generale. E questo solo per non colpire ulteriormente le famiglie”. L'auspicio è che arrivino analoghe prese di posizione da parte di altre Regioni.
Non tace – per fortuna – la Cgil scuola, che mette in dubbio la legittimità dell'operazione. Inoltre, come spiega Silvia Ristori: “denunceremo la riduzione di orario inflitta alle classi seconde, terze e quarte di tecnici e professionali: è una totale violazione del patto formativo siglato con studenti e famiglie”. E non tace nemmeno questa volta “Per la scuola della Repubblica”, che annuncia un convegno a Roma per il 20 marzo, insieme al Coordinamento delle Scuole Secondarie e al Coordinamento Insegnanti Precari. Controinformazione per sottolineare e rendere pubbliche queste italianissime anomalie.
(Il Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2010)