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mercoledì 31 marzo 2010

LA GELMINI SBIANCHETTA LA RESISTENZA DAI LICEI


Dal prossimo anno per gli alunni delle scuole superiori “la resistenza” sarà soltanto la definizione di una grandezza fisica per misurare l’elettricità.
La deputata del Pd, Manuela Ghizzoni, ha denunciato infatti come le indicazioni di studio per i licei non prevedano più esplicitamente lo studio della Resistenza e dell’Antifascismo .
Scomparsa anche la Liberazione.
Ovvero, secondo il ministero, nello studio del Novecento ci si deve limitare a studiare la formazione e le tappe dell’Italia repubblicana, come fosse nata dal nulla.

La smentita di viale Trastevere è già arrivata, ma i sindacati chiedono ora di mettere la rettifica nero su bianco.
Dopo l’allergia al darwinismo del ministro Letizia Moratti è arrivata quella per la storia d’Italia della Gelmini.


Da Il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2010

lunedì 29 marzo 2010

Maturità, doppia tassa

Una doppia tassa sulla maturità finora non si era ancora sentita, ma nelle scuole ormai ci si è abituati a tutto. Non è più come anni fa, quando per frequentare un istituto pubblico bastava pagare il bollettino dell'iscrizione di qualche decina di euro, quello della mensa più o meno analogo, e non molto di più per un anno intero.

Ora a scuola si va con il tariffario. Consulti una delle pagine dei siti e sembra di guardare il link ad un albergo o un centro benessere: tutto (o quasi) si paga, dal ritiro del diploma alle lettere ricevute a casa, dai corsi di recupero all’esame di maturità per i privatisti per il quale i prezzi possono aumentare anche di dieci volte rispetto a quelli praticati agli alunni interni.

E' la crisi, è l’effetto dei tagli di Tremonti, e di un miliardo di euro tra supplenze e fondi per il funzionamento ordinario che le scuole hanno anticipato e che ora il ministero fa finta di non dover restituire alle scuole, spiegano i sindacati e politici dell’opposizione. «Da quest’anno non solo le scuole corrono il rischio di avere trasferimenti inadeguati, ma anche di vedere cancellata qualsiasi possibilità di recuperare i propri crediti», avverte Mariangela Bastico del Pd. Mentre Manuela Ghizzoni, sempre del Pd, sulla vicenda ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo l’intervento del ministero che nonostante le denunce non aveva ancora assunto una posizione ufficiale.

Manca un miliardo nelle scuole, insomma. E’ una cifra di tutto rispetto: i dirigenti scolastici, sono costretti a inventare di tutto pur di far quadrare conti che in queste condizioni sembra impossibile far quadrare. Anche raddoppiare le tasse. Finora esisteva una sola tassa per la maturità, da versare allo Stato, di 12,03 euro. Quest’anno almeno una scuola su due ha chiesto agli studenti dell’ultimo anno una doppia tassa: quella regolare con bollettino intestato all’Agenzia delle Entrate, e la seconda invece con bollettino intestato alle scuole, a volte addirittura agli stessi dirigenti scolastici come accade all’Itc Cesare Beccaria di Carbonia.

Alcuni studenti e genitori hanno pagato senza protestare. Altri invece non hanno mandato giù la seconda tassa. All'istituto Piaget di Roma, ad esempio dove una decina di ragazzi si sono rifiutati di pagare. Anche perché la richiesta era di 100 euro, piuttosto cara rispetto alla media. Sono state minacciate ritorsioni da parte della dirigenza ma i ragazzi non intendono fare marcia indietro. La maggior parte degli istituti infatti si limita a chiedere un contributo di una ventina di euro. «Per le fotocopie, e le spese di segreteria. E’ solo doveroso nella condizione in cui sono costrette a andare avanti le scuole», spiega Antonio Gaeta dirigente scolastico del Polo Didattico di Passo Corese, in provincia di Rieti.

E in genere i genitori accettano il pagamento, a meno che le spese non risultino particolarmente elevate come al Piaget di Roma, oppure in Puglia a Ceglie Messapica, all'Istituto tecnico Agostinelli dove il tariffario prevede una «tassa per la maturità» di 50 euro o al liceo scientifico «De Sanctis» di Salerno dove se ne pagano 90. E’ a quel punto che qualcuno inizia a chiedersi se la seconda tassa è davvero una tassa o soltanto un contributo, e quindi se esista l’obbligo di pagarla oppure no.

Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini lo ha finalmente chiarito pochi giorni fa, ricordando ai dirigenti scolastici che non hanno alcun diritto di chiedere soldi alle famiglie. Alcuni dirigenti però la pensano diversamente come Marco Bevilacqua, a capo dell’istituto Ambrosoli di Roma, che di fronte alle proteste per aver chiesto 200 euro per frequentare l’istituto ricorda l’esistenza di un Patto educativo di corresponsabilità sottoscritto da genitori al momento dell’iscrizione che prevede l’obbligatorietà dei contributi decisi dalle scuole.

Insomma, pagare si deve sostengono alcuni dirigenti. E quindi nascono le voci più varie. Doppie tasse sulla maturità, doppie tasse di iscrizione, ma anche molto altro. All’Istituto d’Arte Licini di Ascoli Piceno si chiede ogni anno una seconda tassa di iscrizione per la scuola di 90 euro obbligatoria anche per le famiglie che per legge sarebbero esentate dal pagamento della tassa imposta dallo Stato. E poi 10 euro per le «spese postali per comunicazioni alle famiglie e gestione informatizzata delle assenze», e ancora 1 euro per l’acquisto della pagella scolastica. Situazione simile al professionale Datini di Prato dove la seconda tassa sulla maturità è di 51 euro (i privatisti pagano il doppio), le doppie iscrizioni ai vari indirizzi sono tutte di oltre 100 euro a seconda dei vari indirizzi, ma comunque si chiede 1 euro a tutti per un non meglio identificato «fondo di solidarietà».

I prezzi non appaiono sui tariffari ufficiali ma spesso le scuole si fanno pagare anche i corsi di recupero organizzati per aiutare a metà anno gli studenti in difficoltà. Secondo un sondaggio del sito Skuola.net più di una scuola su 10 chiede una cifra in cambio del corso.

Un capitolo a parte sono i privatisti, da sempre territorio di caccia di fondi da parte di presidi di ogni epoca. Quest’anno all’Istituto Comprensivo Statale di Oppido Mamertina per la maturità gli interni pagano una tassa di 30 euro, i privatisti di 80, quasi tre volte di più. Ancora nulla rispetto al professionale Einaudi di Ferrara, dove gli interni pagano 25,82 euro e i privatisti 206,58, quasi nove volte di più. E’ l’autonomia scolastica: in tempo di crisi somiglia terribilmente a un suq, in cui ognuno fa come gli pare.

di FLAVIA AMABILE da LA STAMPA del 29 marzo 2010

LA MENSA: ...QUESTA SCONOSCIUTA

Durante l'incontro sulla mensa è emerso che Druento è una delle poche realtà in cui c'è la mensa FRESCA e cioè preparata al mattino per essere consumata a mezzogiorno.

Altri comuni, tra cui Torino, utilizzano centri di cottura in cui cuociono il cibo e poi lo distribuiscono nelle varie scuole in appositi contenitori. È palese che il cibo cotto e mangiato è nettamente migliore di quello che rimane in contenitori di plastica anche per un'ora.
La mensa fresca di Druento è gestita direttamente dal Comune (le cuoche sono stipendiate dal Comune) e vigono molteplici controlli. In primis dalle insegnanti che sono dipendenti della scuola, poi c'è la commissione mensa ed infine dagli stessi dipendenti comunali che mangiano nella mensa scolastica. Lo stesso Sindaco pranza lì.
Ad oggi la commissione mensa è costituita da soli genitori (nel numero di tre) ma dal prossimo anno ne faranno parte anche alcuni insegnanti e funzionari del Comune.
Il menu viene stilato dal Comune con le direttive che arrivano dall'ASL competente che provvede poi ad approvarlo.
Le direttive sono del tipo:
  • frequenza settimanale di certi alimenti (per es. legumi almeno una volta a sett., tot. volte a sett. carni e verdure)
  • metodologia di cottura (per es. NO FRITTI, no cicli caldo/freddo/caldo)
  • ricette (ingredienti per la preparazione delle pietanze)
  • dosi
  • vincoli igienici
Le cuoche devono attenersi scrupolosamente alle ricette senza possibilità di modifiche o aggiunte per magari migliorarne un po' l'apprezzamento da parte dei bambini.
Severe norme igieniche portano di conseguenza anche a delle restrizioni sulle tipologie di pietanza, per cui non è più consentito avere a disposizione il trancio di prosciutto cotto da affettare sul momento ma solo vaschette sottovuoto che vengono fornite quando previste dal menu. Questo porta al fatto che in caso di scelta di menu in bianco l'unico secondo disponibile è quello previsto nel menu.
Anche sulle porzioni le cuoche hanno pochissimo margine in quanto viene fornito loro solo la grammatura prevista per ogni bambino.
Vincoli igienici: no uova crude ma solo pastorizzate, no carne trita (per cui impossibilità di fare il ragù), no verdure fresche ma solo di 4° gamma (quelle in busta).
È logico che tutti questi vincoli vanno ad influenzare il gusto degli alimenti.
Per esempio il fatto che non siano consentiti cicli di raffreddamento e riscaldamento non permette di poter preparare un arrosto come siamo abituati a vederlo nelle nostre famiglie, in quanto deve essere tagliato a caldo e servito subito.
AVANZI: poiché gli alimenti vengono forniti rispettando la grammatura per ogni bambino, se non consumati, l'eccedenza viene buttata (tranne la frutta).
In ogni caso la qualità delle materie prime è ottima. La società che approvvigiona le materie prime ha nel capitolato di fornitura:
  • carne Coalvi
  • frutta biologica
  • prodotti a Km 0
  • solo olio extravergine di oliva
  • solo Parmigiano Reggiano
  • NO pesce PANGASIO
Logicamente scelte del genere influenzano il costo della mensa, pertanto, per continuare ad avere un servizio di OTTIMA qualità, LA MENSA andrebbe PAGATA DA TUTTI. Purtroppo il Comune segnala un ammanco notevole in quanto molte famiglie (e non tra le più disagiate) non pagano la mensa scolastica.
QUI trovate le slide proiettate durante l'incontro.

martedì 23 marzo 2010

COMMISSIONE MENSA: AGGIORNAMENTO (visita dell'11 marzo)


In merito alle problematiche emerse in mensa, in occasione delle visite da parte della commissione e in seguito ai chiarimenti avvenuti tra la commissione stessa e gli insegnanti alla presenza del Dirigente Scolastico, si è giunti alle seguenti considerazioni:


  • il budino, o la frutta, viene spesso distribuito ad inizio pasto per velocizzare il servizio e così si è deciso unanimemente di continuare;
  • il Dirigente Scolastico promulgherà una circolare tra gli insegnanti ai fini di sottolineare l'importanza del tempo mensa ai fini didattici;
  • a partire dal prossimo anno, faranno parte della commissione anche alcuni insegnanti e funzionari del Comune, così da completare la commissione con tutte le parti interessate.
QUI trovate il verbale della visita effettuata l'11 marzo 2010

lunedì 22 marzo 2010

INCONTRO CON GHERARDO COLOMBO


L’ ISOLA CHE C’E’

con il PATROCINIO del

COMUNE DI DRUENTO

(Assessorato alla Cultura)

ORGANIZZA UN INCONTRO CON

GHERARDO COLOMBO

(EX MAGISTRATO MANI PULITE)

SUL TEMA: “PERSONE E REGOLE”


30 MARZO 2010

ORE 21

TEATRO PARROCCHIALE


“La giustizia non può funzionare

se il rapporto tra i cittadini e le regole

è malato, sofferto,

segnato dall’incomunicabilità”

“ La giustizia non può funzionare

se i cittadini non comprendono

il perché delle regole”

(Gherardo Colombo “Sulle regole”)


Il 31/03 Gherardo Colombo incontrerà i ragazzi della Scuola Media Don Milani.

giovedì 18 marzo 2010

Scuola, storie di ordinaria viltà

di Paolo Corticelli

Voti troppo bassi e chi è preso di mira; scarsa o nulla considerazione in aula (mortificazione dell’amor proprio); ricerca dell’umiliazione, il docente, con ogni probabilità frustrato, che manifesta il suo potere inattaccabile; gelosia nei confronti di chi dimostra una particolare brillantezza intellettuale. Ecco alcune tipologie con le quali si palesa il fenomeno del mobbing scolastico, ovvero quell’atteggiamento vessatorio da parte dell’insegnante nei confronti dello studente. Un annoso problema. Sono storie di ordinaria viltà, con episodi che hanno per protagonisti insegnanti nella maggior parte dei casi di mediocre preparazione, afflitti da turbe comportamentali di varia natura. Negli uffici scolastici provinciali giungono poche segnalazioni. “Molti genitori – commenta un funzionario – non sanno come comportarsi, sono smarriti di fronte a quanto accade al loro figlio e d’altra parte sia i dirigenti scolastici sia i provveditorati non hanno molte possibilità di intervento. Per di più – aggiunge il funzionario – bisogna stare molto attenti a come ci si muove perché se un docente viene apertamente accusato di mobbing, nei confronti di qualche studente, può a sua volta rivalersi nei confronti di chi lo accusa con una denuncia per diffamazione”. Per di più, sotto il profilo legale, non c’è una tutela specifica per lo studente (o la famiglia), mentre esiste per il mobbing in ambito lavorativo. A livello universitario qualcosa si sta realizzando. All’Università La Sapienza di Roma nel marzo del 2009 è stata varata la “Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti”. L’articolo 6 ha per titolo “Organi di tutela dei diritti”. Sotto questa definizione figurano il Garante dei diritti e dei doveri degli studenti e il difensore degli studenti, al quale ci si può rivolgere con “garanzia di riservatezza”. “La risposta degli studenti è stata di piena fiducia – commenta il professor Luigi Campanella, difensore civico dell’ateneo, al quale fanno capo i garanti delle varie facoltà – e nell’arco di soli sei mesi abbiamo registrato circa un migliaio di segnalazioni. Intendiamoci: alcune sono formulate da gruppi di studenti, anche 250, per denunciare il mancato rispetto degli appelli da parte di qualche docente, oppure la difficoltà nel trovare un relatore di tesi, o la sovrapposizione degli orari delle lezioni. Anche questi sono disagi importanti e lo studente va tutelato. Sì, c’è stato anche chi ha denunciato qualche atteggiamento vessatorio a livello personale , casi che stiamo seguendo con circospezione e rigore”. “Nell’estate scorsa abbiamo varato due regolamenti di ateneo, uno per il mobbing e uno anche per lo stalking (che contempla molestie personali, ndr) – afferma, dal canto suo, il professor Dario Casati, prorettore dell’Università Statale di Milano – e stiamo individuando i due consiglieri che dovranno farsi carico di raccogliere le segnalazioni degli studenti per poi svolgere le opportune verifiche. L’intervento da parte dell’università, nei confronti di chi assume atteggiamenti soverchianti, va dal richiamo alla sospensione dal servizio fino a conseguenze anche più pesanti”. Per la media inferiore e per il liceo – denominati rispettivamente scuola secondaria di primo grado e di secondo grado–,val la pena ricordare che esiste lo Statuto delle studentesse e degli studenti, varato nel giugno del 1998 (Dpr 249) con integrazioni e modifiche del novembre 2007 (Dpr 235). Questo codice è nella maggior parte dei casi ignorato, mentre potrebbe essere materia di approfondimento nelle singole classi nell’area di “educazione alla cittadinanza e alla convivenza civile”. “Nella nostra scuola c’è un controllo interno ma anche esterno dei vari elaborati degli studenti – afferma il professor Mark Dawson, preside della High School di Milano, scuola internazionale autorizzata che aderisce al sodalizio International Baccalaureate con sede a Ginevra. In pratica, i compiti sono corretti dall’insegnante di riferimento, ma vengono poi anche controllati dagli altri docenti della scuola che insegnano la stessa materia. Non solo: a campione vengono scelti dei compiti che sono inviati ad alcuni examiner a Ginevra. In questo modo abbiamo la possibilità di garantire un’equità nel giudizio, evitando atteggiamenti troppo indulgenti o severi da parte degli insegnanti”. Codici, regolamenti interni, sistemi di valutazione rigorosi: a quest’ultimo proposito da rilevare che sono molte le scuole italiane che adottano le “griglie di valutazione”, ovvero un sistema che prevede prove di verifica condivise dai docenti per ovviare a eventuali difformità di giudizio. Ma per combattere il mobbing occorre anche l’intervento del legislatore: una tutela legale aiuterebbe a combattere questo fenomeno. Che, purtroppo, fa proseliti.

da IL FATTO del 18 marzo 2010

martedì 16 marzo 2010

BANDO DI CONCORSO per Diritto allo Studio

Abbiamo inserito questo nuovo post, inerente il Bando di Concorso della Regione Piemonte, perché vogliamo evidenziare come la maggior parte delle famiglie rientri nei parametri per l'assegnazione dell'assegno di studio per spese di libri di testo e trasporti oppure per il diritto allo studio.

QUI trovate il bando per l'assegnazione dell'assegno di studio per iscrizione e frequenza.

QUI trovate il bando per l'assegnazione dell'assegno di studio per spese di libri di testo, trasporti ed attività integrative previste dal POF.

In ogni caso vi rimandiamo al precedente post che abbiamo pubblicato per approfondimenti.

Abbiamo provato a fare una simulazione di calcolo dell'ISEE da QUESTO indirizzo inserendo i seguenti valori:


Reddito familiare: 60.000€
Patrimonio mobiliare: 80.000€
Casa di proprietà

Come potete vedere dall'immagine del risultato del calcolo, l'ISEE è risultato essere inferiore ai 32.000€ richiesti come soglia dal bando.



QUI potete scaricare il modulo unificato di richiesta contributi per il diritto allo studio (anno scolastico 2009/2010)

AGGRESSIONE a Lorenzo Varaldo

Vogliamo segnalarvi un fatto gravissimo che ci ha segnalato il "Manifesto dei 500" tramite una email.

Giovedì scorso, 11 marzo, Lorenzo Varaldo, in qualità di vicario della scuola Aleramo, mentre riceveva con la dirigente scolastica i genitori di un alunno della scuola e cercava pacatamente di affrontare le questioni esposte, è stato aggredito improvvisamente e violentemente dal padre dell’alunno in questione e colpito con più pugni e calci su volto, stomaco e arti, procurandogli tra l’altro un evidente ematoma sotto l’occhio. Il peggio è stato evitato esclusivamente per fortuna e perché l’insegnante, senza reagire all’aggressione, si è riparato dall’infierire, con la dirigente che tentava di creare una via di fuga dalla furia inaudita.Questi fatti, in sé gravissimi, hanno lasciato indignati e preoccupati tutti gli insegnanti e il personale della scuola, i genitori e molti colleghi di altre scuole.
Le preoccupazioni nascono dal fatto che tutti hanno coscienza come episodi simili, certamente ascrivibili agli eccessi di un singolo, siano in realtà da inserire in un contesto generale di malessere che vive la scuola: de-istituzionalizzazione, discredito sugli insegnanti e sui dipendenti pubblici, tagli del personale.
E’ necessario chiarire che questa politica apre ormai una prospettiva di vero e proprio pericolo su cui non è poi il caso di scandalizzarsi dopo.
Il genitore in questione, dopo l’aggressione, si è indirizzato verso la classe del figlio ed è stato fermato solo dall’intervento della dirigente e del custode.
Che cosa poteva succedere con un’ulteriore carenza di organico del personale?
Porre la questione vuol già dire rispondere non solo alla domanda, ma anche al problema delle responsabilità di chi governa.
La nostra volontà di battersi per la difesa della scuola pubblica, per la concessione di tutti i posti richiesti e necessari, contro ogni legge che destruttura l’istituzione scuola e i suoi principi sanciti nella Costituzione, è ancora più ferma dopo questo avvenimento.
Per questo l’assemblea del 17 marzo è solo rimandata, per poterla svolgere in tutta serenità appena sarà possibile.
Nel ringraziare la UIL-Scuola (sindacato a cui Lorenzo Varaldo è iscritto) che immediatamente ha pubblicato un comunicato di solidarietà e di denuncia dell’accaduto, invitiamo tutti ad aiutarci nel far conoscere ciò che è successo e ci scusiamo fin d’ora per gli eventuali disagi dovuti allo spostamento dell’assemblea.

Il gruppo organizzativo del “Manifesto dei 500”, 15 marzo 2010

lunedì 15 marzo 2010

Scuola SUPERIORE: una riforma da brividi


di Marina Boscaino
“Devo educare i miei figli per vivere in un Paese civile o per vivere in Italia?”: domanda non oziosa. Sabato, piazza del Popolo, uno dei tanti striscioni, un bel pomeriggio di democrazia, speranze, promesse.
Tra due settimane si chiudono le iscrizioni e le famiglie iscriveranno i figli nella prima classe di una scuola che non c’è. Infatti la “riforma” della superiore non è ancora legge e – giuridicamente – in Italia vigono ancora i vecchi ordinamenti: assenza di procedure legittime, dunque, e una serie di conseguenze.

L’ostinazione a far partire da
settembre una “riforma” priva di riferimenti legislativi non è un progetto culturale, ma economico: più precisamente, risiede nella Finanziaria 2009, che determina una serie di tagli che non possono essere evitati, pena il fallimento della “cura da cavallo” per la scuola, che ci fu annunciata nell’estate 2008 e che si sostanzia in 7,6 miliardi di euro in meno tra il 2009 e il 2011. Rimandare è impossibile.

La persuasione mediatica agisce non solo dai Tg. Fate un giro sul sito del ministero: troverete un accattivante vademecum per studenti e famiglie, che racconta la “riforma epocale”, contravvenendo al principio di realtà, legittimità e soprattutto responsabilità
civile e politica. Il profluvio di opuscoli che illustrano il nulla è incessante (ricordiamoci poi di chiedere il costo dell’operazione a chi ha tagliato 140.000 posti di lavoro). Parole che inverano realtà inesistenti: nel mondo vero, quello dei tagli, dell’edilizia scolastica fuorilegge, quello del miliardo di debito con le scuole italiane, che il ministero ha già annunciato che non verrà mai refuso, quello che precarizza esistenze a getto continuo, la musica è ben diversa dalle immagini patinate e rassicuranti: è il caos più completo, con le scuole che si vedranno costrette ad organizzare la proposta formativa e a fare i conti con il taglio delle cattedre e con il soprannumero degli insegnanti dopo la chiusura delle iscrizioni, ammesso che la Corte dei Conti non sollevi questioni e che Napolitano firmi. Quando cioè, secondo la legislazione (ancora) vigente, il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sarà legge.

Intanto la scuola superiore – che finora ha svogliatamente e colpevolmente solo assistito alla costruzione della propria distruzione
– si sta svegliando: mozioni di collegi docenti che chiedono lo spostamento di un anno dell’entrata in vigore della riforma; altri che decidono di agire nella legalità e proporre gli ordinamenti ancora in vigore; comitati misti, docenti-studenti-genitori che organizzano contro-informazione, presìdi permanenti che coinvolgono anche le elementari, vittime fresche della prima ondata di tagli selvaggi.
L’avvio del riordino senza la conclusione dell’iter previsto comporta il modo improvvisato e dilettantesco con cui stanno riempiendo quell’abominio sociale, giuridico, economico e culturale che chiamano “riforma”. Manca il regolamento sulle classi di concorso, che verranno rivoluzionate, e che è ancora ben lontano dall’essere approvato: in sostanza le “materie” e i titoli che si devono avere per insegnarle.
La CM 18/2 che dà avvio alle iscrizioni è priva di presupposti legislativi, come si è detto inesistenti, essendo
stata emanata prima dell’adozione definitiva dei regolamenti.

È per questo che la Cgil ha inoltrato ricorso al Tar del Lazio. La “riforma” viola l’autonomia delle scuole, alle quali vengono assegnati i nuovi indirizzi
in modo “automatico” dal MIUR, senza che abbiano potuto presentare all’USR e alla Regione le loro motivate proposte, invadendo le competenze sulla definizione del piano dell’offerta formativa territoriale, prerogativa di provincia e Regione, mettendo in discussione il necessario legame fra scuola e ambito sociale in cui opera. Lo scippo di competenze perpetrato dal ministero ai danni delle regioni potrebbe essere oggetto di ricorso da parte, al momento, di Emilia Romagna, Marche, Piemonte e Toscana. Mancano gli obiettivi di apprendimento e moltissimo ancora. Solo “quadri orario”: questa è la loro “riforma”. Che vuol dire unicamente taglio, circa il 10% di tempo scuola in meno, con i conseguenti posti di lavoro.
Dismessi pedagogia, didattica, cultura, cittadinanza, emancipazione. Non dobbiamo stancarci di ripetere: tutti devono sapere quello che sia sta facendo, e come, alla scuola della Costituzione.

da IL FATTO del 14 marzo 2010

sabato 13 marzo 2010

Cinque in condotta, meno del previsto. "Gelmini tarocca i dati e copre i problemi"


"Il ministro tarocca i dati sugli scrutini per nascondere i veri problemi della scuola". Secondo il capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini una settimana fa ha fornito dati incompleti sul giro di boa del presente anno scolastico. In base ai numeri più aggiornati provenienti dall'ufficio statistica di viale Trastevere, gli studenti italiani sarebbero addirittura migliorati rispetto ad un anno fa: meno insufficienze e meno bulli. Niente, quindi, linea del rigore. Ma importanti risultati che premierebbero il duro lavoro degli insegnanti in classe, nonostante i tagli.

"I dati del ministero, comparati con i risultati degli scrutini dello scorso anno, in realtà dimostrano - spiega la Ghizzoni - che le insufficienze nelle singole discipline nella scuola media sono nettamente in calo (meno 1,7%), così come registra un vero crollo il numero di ragazzini con il solo 5 in condotta". Alla scuola media, in buona sostanza, le performance dei ragazzini sono addirittura migliorate e i bulli (coloro con 5 esclusivamente in condotta) sono in netto calo: meno 57%. Soltanto coloro che hanno rimediato 5 in condotta, ma assieme ad altre discipline, è sostanzialmente rimasto invariato: l'1,1% rispetto al totale degli alunni sia quest'anno, sia l'anno scorso.

"Se da un lato - continua il deputato - ha taciuto i dati delle medie, dall'altro il ministro ha esagerato l'incremento delle insufficienze in una o più materie nelle scuole superiori, che si attesta allo 0,8%, ben lontano quindi dal tanto strombazzato 2% di fonte ministeriale". Anche al superiore, quindi, le insufficienze nelle singole discipline sono rimaste sostanzialmente le stesse di 12 mesi fa. E il pugno di ferro da parte dei prof intravisto dal ministro? Forse si è concretizzata con i 5 in condotta che accompagna le altre insufficienze. "Unico riscontro - ammette la Ghizzoni - con le dichiarazioni del ministro è l'aumento (più 31%) dei ragazzi che insieme ad insufficienze nelle materie riportano anche quella nel comportamento, ma sono in netto calo (meno 57%) coloro che ottengono il solo 5 in condotta".

Questi dati, interpretati in maniera completamente opposta dimostrerebbero che "gli insegnanti italiani sono veri professionisti lasciati purtroppo soli ad affrontare l'emergenza educativa". "Non basta assegnare brutti voti - conclude la parlamentare - per incrementare i livelli di apprendimento dei ragazzi e per risolvere i problemi della scuola: occorre invece un investimento straordinario, indirizzato anche all'aggiornamento e all'innovazione didattica". Ma "purtroppo, i tagli draconiani della Gelmini al personale e alle risorse a cui abbiamo assistito finora impediscono alla scuola di assolvere al suo mandato costituzionale di formare i cittadini di domani".

da REPUBBLICA del 7 marzo 2010
(clicca sul titolo per vedere l'articolo originale)

Cortei studenteschi in tutta Italia contro la riforma delle superiori


ROMA
Oggi in oltre 40 città italiane gli studenti di scuole ed università scendono in piazza con cortei ed iniziative promosse dall’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario in concomitanza con lo sciopero generale dei lavoratori, per lanciare un «percorso di AltraRiforma per formulare proposte collettive di rilancio di un protagonismo studentesco che non ha mai smesso di pulsare».

«Negli ultimi mesi - si legge nei documenti dell’Uds e Link - il governo Berlusconi ha dichiarato esplicitamente, attraverso specifici provvedimenti, le proprie intenzioni: affamare la scuola pubblica, rendere definitivamente private le università e cancellare la ricerca libera dal territorio nazionale. Il piano, in sintesi, è condannare la nostra intera generazione all’ignoranza».

Sotto accusa la riforma delle superiori, «che mira al taglio di ore di lezione, di cattedre e di qualità dell’offerta formativa» e la legge che abbassa l’obbligo scolastico a 15 anni, «permettendo ai giovanissimi di svolgere un tirocinio lavorativo invece di andare a scuola».

«Noi chiediamo - continuano Uds e Link - che i risparmi conseguiti con le riforme siano reinvestiti nella spesa per la formazione, portando l’Italia agli standard europei. Esigiamo che nel nostro Paese venga realizzata una Legge quadro nazionale sul diritto allo studio».


da LA STAMPA del 12/03/2010
(clicca sul titolo per vedere l'articolo originale)

venerdì 12 marzo 2010

SCEGLIERE LA SCUOLA SUPERIORE? CHE FATICA…

Il CGD Piemonte e il CGD Grugliasco hanno organizzato 2 serate, il 18 e il 31 marzo, per affrontare insieme, da genitori, il problema della riforma delle scuole superiori e per capire come aiutare e sostenere i ragazzi che stanno per affrontare questa 'avventura'.

“SCEGLIERE  LA SCUOLA  SUPERIORE? CHE  FATICA…”
Città della Conciliazione
Corso Torino – angolo via Fratel Prospero
GRUGLIASCO

GIOVEDI’ 18 MARZO  -  ore 21
Come cambierà la scuola superiore con il riordino degli indirizzi?
Interverranno:
Gianna Pentenero, Assessore all’istruzione regione Piemonte
Domenico Chiesa (Forum delle Associazioni, CIDI di Torino)

MERCOLEDI’ 31 MARZO – ore 21
Come posso aiutare mio figlio
ad affrontare il nuovo impegno?
Interverranno:
Monica Di Martino (CGD Piemonte, formatrice)
Domenico Chiesa (Forum delle Associazioni, CIDI di Torino)

Per i due incontri sono stati invitati
dirigenti scolastici ed insegnanti delle scuole superiori della zona
Siete tutti invitati, in particolare i genitori dei ragazzi di II e III media!

giovedì 11 marzo 2010

INCONTRO FORMATIVO SULLA MENSA

Più volte abbiamo ricevuto segnalazioni e lamentele di vario genere sul servizio mensa.
Spesso abbiamo anche riscontrato che alcune scelte non vengono capite in quanto non addentro alla gestione del servizio.
Si è quindi pensato come "Comitato dei Genitori" di far luce, quanto più possibile, sull'argomento dedicando una serata specifica alla spiegazione del funzionamento mensa e lasciando spazio alle Vostre domande.
Vi invitiamo quindi a partecipare numerosi all'incontro e, se avete delle segnalazioni particolari o esigenze che debbono essere soddisfatte, a segnalarle in tale sede.

L'incontro è per:

             MERCOLEDI' 17 marzo 2010
                             alle ore 20:45
        presso la Cascina Mussa di Druento
(saletta sopra la crocerossa)

QUI trovate il volantino relativo all'incontro.

VI PREGHIAMO DI DARE DIFFUSIONE, QUANTO PIU' POSSIBILE, A QUESTO INCONTRO.

martedì 9 marzo 2010

LA PAGELLA DIVENTA A PAGAMENTO


Vi riportiamo un articolo uscito su LA STAMPA lunedì 8 marzo riguardante il contributo "volontario" richiesto dalle scuole ai genitori che riteniamo MOLTO interessante.
(cliccate sul titolo per vedere l'articolo originale)

ROMA
Angelo abita a Torre Annunziata, è disoccupato, soldi in tasca ne capitano pochi. Quest’anno la sua scuola, il secondo circolo didattico Giancarlo Siani, gli ha rifiutato l’iscrizione dei tre figli mandandogli i bollettini di quello che, in genere, viene definito «contributo scolastico», una cifra che gli istituti chiedono a titolo volontario alle famiglie per aiutarli a far quadrare i conti, ma che invece da un po’ di tempo si sta trasformando in un obbligo a cui non tutti vogliono sottostare. Angelo non aveva pagato lo scorso anno.

E così l’istituto voleva fargli capire qual era il suo dovere. E’ bastato minacciare una denuncia per far iscrivere i bambini. Da quando il ministero ha chiuso i cordoni della borsa, sono sempre di più le scuole a chiedere aiuto alle famiglie. «Siamo di fronte a un vero e proprio abuso», denuncia Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, portale fra i più seguiti sui temi della scuola. E, quindi, ha deciso di fare un’inchiesta. In pochi mesi si sono fatte avanti almeno una sessantina di persone, sparse in tutt’Italia, a raccontare vicende tutte più o meno simili.

Una di loro ha davvero fatto partire la querela contro il dirigente scolastico della sua scuola, il liceo scientifico Cassini di Genova. Lo accusa di concussione e omissione di atti d’ufficio, dopo che per il secondo anno di seguito non ha avuto la pagella della figlia che ora ha 16 anni. «Voglio combattere una battaglia in nome di tutti i genitori d’Italia», spiega. Massimo Angelini, il dirigente, si è detto tranquillo: «Ho soltanto fatto il mio dovere. Lo rifarei».

I casi di scuole un po’ prepotenti sono davvero tanti anche se da un punto di vista legale non sembrano esserci dubbi. C’è l’articolo 34 della Costituzione a sancire che l’istruzione è obbligatoria e gratuita per otto anni. Esiste una circolare del ministero dell’Istruzione a ricordare che le iscrizioni ad anni diversi dal primo sono automatiche. E c’è anche l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, che di fronte al caos generale, cinque anni fa decise di intervenire con un documento per spiegare che il contributo è volontario. Ma le casse sono vuote. Mentre il ministero preferisce non esporsi, alcune scuole ne approfittano. «Da anni va avanti questo abuso. Tutti sanno, qualcuno denuncia, eppure il Ministero non è mai intervenuto», racconta Daniele Grassucci.

E quindi si viene a sapere che al tecnico per geometri «Giorgio Ambrosoli» di Roma da un anno all’altro il contributo volontario è passato da 120 a 200 euro l’anno, un aumento secco del 60%. Tanti hanno pagato, una mamma si è rifiutata. Il figlio non ha avuto il pagellino del primo trimestre. E al secondo trimestre ha avuto la pagella solo dopo essere andata in segreteria a chiedere una dichiarazione scritta della scuola su quello che stava accadendo. All’istituto professionale «Pietro Verri» di Busto Arsizio, invece, il coraggio di mettere nero su bianco le loro condizioni l’hanno avuto. In una lettera indirizzata alle famiglie il 16 febbraio scorso hanno inserito fra le tasse scolastiche anche il contributo volontario e specificando che senza il pagamento «non sarà più rilasciata alcun tipo di documentazione (certificato d’iscrizione e frequenza, di voti, diploma, etc.)».

domenica 7 marzo 2010

Riflessione sulla scuola dopo l’orgoglio della Gelmini per i 5 in condotta

Riportiamo un testo, scritto da Daria Bignardi sul suo blog, inerente il voto in condotta che riteniamo possa far riflettere.

I dati sono appena usciti: sulle pagelle del primo quadrimestre, quest’anno, ci sono diecimila insufficienze in condotta in più dell’anno scorso. E sono peggiorati anche i voti in tutte le altre materie. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini commenta, fieramente: «La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico». Io la vedo in un altro modo: la nostra scuola non è migliore perché è più severa, la nostra scuola purtroppo peggiora di anno in anno. Quest’anno i docenti sono esasperati, per non dire abbrutiti, da quella che è la condizione della scuola pubblica. La mancanza di fondi è cronica: sono moltissimi gli insegnanti che non saranno mai pagati per le ore extra che sono stati obbligati a fare l’anno scorso, per dirne una. Altro che «tre i», informatica, inglese e impresa: nella scuola manca tutto, dalle risme di fogli per le fotocopie alla carta igienica in bagno, a Milano come a Palermo. E gli insegnanti sono comprensibilmente stressati e sfiduciati. Detto questo, gli scolari, sia alle elementari che alle medie e alle superiori, sono molto più maleducati che dieci o venti o trent’anni fa. Nella scuola del 6 politico tanto paventata dal ministro Gelmini i ragazzi non erano i barbari che sono diventati oggi. Per colpa di chi? Di noi genitori, prima di tutto, che li viziamo troppo. Prima li coviamo come bebè, e in terza elementare ancora non sanno allacciarsi le scarpe da soli, stare fermi nel banco o tacere quando parla un adulto. Poi, stremati, li abbandoniamo: quelli delle medie passano più tempo davanti alla Playstation e alla Tv o su Messenger che non sui libri, e il rispetto per gli adulti, tranne poche eccezioni, non sanno neanche cosa sia. Colpa nostra, certo. Ma colpa soprattutto di una società, di uno Stato, che, da Tangentopoli in avanti, non ha saputo ritrovare il rispetto di sé. Tutti urlano, fregano, insultano, tutti fanno i furbi, in televisione, in Parlamento e sui giornali. E perché i nostri bambini dovrebbero crescere rispettosi e educati, se questo è l’esempio che gli diamo? Li abbandoniamo a una società che gli dice che l’aspetto fisico, i soldi e il successo sono la cosa più importante: come potrebbero crescere diversamente da come stanno crescendo? Essere genitori, oggi, per chi non vuole crescere i figli in una torre d’avorio, è la cosa più difficile che ci sia. Ma se è vero che la condotta dei ragazzi è solo il riflesso della miseria del Paese, è ancora più vero che la miseria del Paese si supera solo educando i ragazzi. Alla consegna delle pagelle, sia alle elementari che alle medie, quest’anno, ho incontrato maestre e professori mortificati dall’incapacità di autodisciplina degli scolari. Il problema è che è l’Italia a essere indisciplinata. Il problema siamo noi. Ci manca drammaticamente il senso del bene comune, e stiamo allevando dei giovani individualisti, egoisti e maleducati. Quelli del sei politico erano piccoli lord, o giovani Gandhi, rispetto a questi ragazzi, caro ministro.

su Vanity Fair 9/2010

venerdì 5 marzo 2010

PEDICULOSI

Durante l'ultima riunione del Comitato dei Genitori è emerso nuovamente il problema della pediculosi.
Durante la discussione si è constatato che in pochi sono a conoscenza del regolamento del Circolo Didattico di Druento in materia di pediculosi, pertanto vi riportiamo il relativo articolo.

ART. 24 Trattamento della pediculosi

La pediculosi ha avuto un notevole incremento della sua diffusione in special modo nelle comunità scolastiche, indipendentemente dallo status sociale dei soggetti colpiti.

Come altri problemi di salute propri dell'età giovanile (carie, piccoli traumi,…) la pediculosi non è un evento drammatico: può essere facilmente prevenuta e combattuta, si presta infatti a risoluzione rapida ed efficace.

Solo con una serena collaborazione tra famiglia e scuola si potrà prevenire o tempestivamente risolvere la diffusione del parassita a più soggetti della classe/scuola.

In caso di sospetto da parte degli insegnanti o di segnalazione di avvenuto contagio da parte di un genitore all'interno della classe/sezione, l'insegnante è tenuto a darne comunicazione scritta alle famiglie, invitandole a procedere ai dovuti controlli/trattamenti.

La famiglia produrrà un modulo di autocertificazione relativo all'avvenuto trattamento anti–pediculosi.

Se all'interno della classe, il contagio perdurerà nel tempo a causa di casi recidivi, gli insegnanti segnaleranno al Dirigente Scolastico che valuterà l'adozione di ogni provvedimento ritenuto necessario al contenimento della parassitosi nella comunità scolastica.


Qui di seguito, invece, riportiamo delle brevi notizie sulla pediculosi.

CONTROLLO MENSA: resoconto dell' 11 febbraio 2010


Giovedì 11 febbraio la nostra commissione mensa si è recata presso la scuola elementare/media di Druento per una verifica sul servizio mensa.
La visita non è stata preannunciata alla scuola per cui è risultata "a sorpresa" in modo che ci sia un effettivo riscontro di quello che accade nella nostra mensa.

La qualità globale del cibo (essendo una mensa fresca) è risultata ottima.


Vogliamo qui chiarire alcuni punti oggetto di lamentele da parte dei genitori:

  1. pasta scotta
  2. mancanza parmigiano sulla pasta
Riguardo al punto (1) bisogna dire che se le classi non si recano in mensa agli orari stabiliti la pasta rimane chiusa in contenitori di plastica (per mantenerla calda) e lì continua a cuocere;

Riguardo il punto (2) il formaggio non viene messo apposta sulla pasta in quanto potrebbero esserci casi di intolleranza, per cui chi lo vuole deve metterselo.


Unico evento increscioso è stato il fatto che un insegnante servisse, tra il primo ed il secondo, il budino con effetto che il secondo (pesce) ed il contorno (carote) non sono stati più mangiati dai bambini.
Questo è un fatto gravissimo, in quanto il tempo mensa è comunque "tempo scuola" e quindi tempo educativo.
Vi rimandiamo comunque alla lettura del verbale.

Cliccando QUI potete trovare il verbale del controllo effettuato.

mercoledì 3 marzo 2010

Festa carnevale medie: RINGRAZIAMENTI

Il 20 febbraio si è svolta la FESTA DI CARNEVALE per i ragazzi di 2°  e 3° media presso la Casa della Musica di Druento, a cui hanno partecipato circa 90 ragazzi. Il nostro intento era quello di creare un momento aggregativo per i ragazzi adolescenti del nostro Comune, cercando innanzitutto di proporre qualcosa che fosse di loro gradimento. L’obiettivo è stato raggiunto: i ragazzi hanno espresso opinioni molto positive sulla festa e ci hanno  chiesto di ripeterla al più presto.
I genitori presenti, che si sono impegnati nell’organizzazione di questo evento, hanno tratto molta soddisfazione nel constatare la gioia dei ragazzi, che, ci preme sottolineare, si sono comportati molto bene.
A questo punto riteniamo importante e doveroso affermare che, la buona riuscita di questa festa è stata merito della collaborazione di un certo numero di soggetti, che quindi intendiamo ringraziare:
  • il Comune di Druento, nella persona dell’assessore Francesca Barzan, che già dal primo incontro ha aderito con entusiasmo all’iniziativa e ci ha sempre spronato a portarla avanti;
  • la Consulta Giovanile, composta da eccellenti ragazzi che hanno trascorso tutta la serata all’interno della festa mischiandosi con gli adolescenti per controllarne il comportamento e per animare la loro serata;
  • Giacomo Turreno e Alex Iannazzo, dell’Isola che C’è, che con la musica e le luci hanno reso fantastica la serata e che, conoscendo bene i ragazzi, hanno svolto perfettamente il loro ruolo di DJ;
  • la Banda Musicale, che ci ha messo a disposizione la sala e che è stata molto disponibile per trovare le giuste soluzioni logistiche;
  • Margherita e Don Maurilio, della Scuola Media “Don Milani”, che si sono prestati ad una “mascherata” a premi: i ragazzi hanno apprezzato la loro presenza dietro quelle bellissime maschere;
  • Il Night and Day e la Cartoleria Bomo, che hanno messo a disposizione dei buoni premio, che ci hanno permesso di fare un estrazione a sorte durante la serata;
  • tutti i genitori, soprattutto quelli che non avevano i figli all’interno, che sono stati pazientemente tutta la serata “fuori al freddo” a sorvegliare che nulla potesse accadere.

Attraverso questi ringraziamenti, intendiamo esprimere una nostra considerazione: con la  collaborazione e la solidarietà è possibile creare momenti importanti di aggregazione e, in questo caso, di piacevole svago, che riteniamo siano necessari sia per i ragazzi adolescenti che per i bambini.
Ci abbiamo provato, il risultato è stato apprezzabile e quindi ci sentiamo di dire che non possiamo smettere: ci auguriamo che la partecipazione di tutte queste persone possa continuare e permetterci di creare altre occasioni simili.

lunedì 1 marzo 2010

Scuola, resistenza piemontese

di Marina Boscaino

”epocale” riforma della scuola non è ancora in vigore: le procedure giuridiche in uno stato di diritto vanno rispettate. Mancano il parere della Corte dei Conti, la firma di Napolitano, la pubblicazione in Gazzetta. Ma tutti, in un blob di disinformazione e di arroganza, si comportano come se lo fosse.
Le scuole superiori stanno orientando i ragazzi su piani di studio che ancora non sono legge.
Una parte degli insegnanti - fatalista , disillusa, disinteressata – rinuncia a qualsiasi resistenza ideale contro un progetto che, impoverendo la scuola e la cultura, ricadrà sulle loro impreparate spalle.
Gelmini, esecutrice di una prova di forza volta soltanto a soddisfare i diktat di Tremonti sui 10.000 posti di lavoro da tagliare il prossimo anno, è già pronta a nuove forme di intervento brutale, primo fra tutti il reclutamento dei docenti. Tutti i pareri sulle “nuove superiori” degli organismi di controllo e consultazione hanno sottolineato che il governo ha delegato a se stesso o al ministero in maniera eccessiva la regolamentazione di materie che avrebbero richiesto interventi legislativi o iter più complessi del semplice decreto amministrativo. “Si mantiene il carattere non normativo, a differenza di come aveva suggerito il Consiglio di Stato, su temi strategici quali i programmi di studio, la valutazione e l'autovalutazione del sistema scolastico, la organizzazione di tutte le cattedre a 18 ore, che significa annullare le supplenze. E si ribadisce la deroga al potere regolamentare che la legge aveva attribuito al Governo nel suo insieme e non al singolo ministro” così chiarisce l'avvocato Mauceri.

Oltre ai docenti che verranno falcidiati, pagheranno i ragazzi e le famiglie, disorientate dalla farragine delle notizie e dall'impreparazione delle scuole a dare senso al confuso contenitore approntato frettolosamente dal ministero per fare cassa. A meno di un mese dalla chiusura delle iscrizioni, le scuole non hanno ancora notizie precise sugli indirizzi di studio che verranno loro effettivamente attribuiti direttamente dal ministero, violando il Dpr sull'autonomia. Ma non è questa la sola prevaricazione: una norma del '99 assegna, infatti, ampia competenza alle Regioni sul piano dell'offerta territoriale; Regioni che avranno inoltre un peso strategico nella definizione degli esiti (qualifiche, diplomi) e delle interazioni (accordi con le agenzie formative) relative all'istruzione professionale.
È critica l'assessore all'Istruzione del Piemonte Pentenero: “Stiamo responsabilmente approntando quanto ci compete, ma con esplicita riserva, considerando la grave incertezza normativa generale. E questo solo per non colpire ulteriormente le famiglie”. L'auspicio è che arrivino analoghe prese di posizione da parte di altre Regioni.
Non tace – per fortuna – la Cgil scuola, che mette in dubbio la legittimità dell'operazione. Inoltre, come spiega Silvia Ristori: “denunceremo la riduzione di orario inflitta alle classi seconde, terze e quarte di tecnici e professionali: è una totale violazione del patto formativo siglato con studenti e famiglie”. E non tace nemmeno questa volta “Per la scuola della Repubblica”, che annuncia un convegno a Roma per il 20 marzo, insieme al Coordinamento delle Scuole Secondarie e al Coordinamento Insegnanti Precari. Controinformazione per sottolineare e rendere pubbliche queste italianissime anomalie.

(Il Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2010)