Il 26 ottobre scorso è stata organizzato un incontro dal titolo “Riprendiamoci la scuola”, al quale hanno partecipato i Comuni di Druento, San Gillio e Givoletto, la dirigente della scuola materna ed elementare, la preside della scuola media, l’assessore provinciale all’istruzione Umberto D’Ottavio, il vice capogruppo PDL al Comune di Torino, Andrea Tronzano, un sindacalista della Cisl Scuola.
È stato un incontro molto interessante, ma anche particolarmente “doloroso” per coloro che credono nell’importanza della scuola e nel suo ruolo all’interno della nostra società.
È emerso chiaramente dall’intervento delle dirigenti che le nostre scuole di Druento, come tutte le scuole pubbliche, sono in sofferenza: le ore di lezione sono state ridotte, ci sono meno insegnanti e non da ultimo di sono sempre meno soldi a disposizione per la normale attività della scuola.
Le dirigenti hanno trasmesso alle persone presenti la loro reale difficoltà nel far funzionare la scuola. In questi pochi mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico abbiamo infatti riscontrato cambiamenti importanti:
• il tempo pieno alle elementari non è più garantito per tutti e non lo sarà più: per accedere bisogna avere delle caratteristiche precise (esempio, essere entrambi lavoratori a tempo pieno). Non bisogna dimenticare che il tempo pieno non è una soluzione di ”parcheggio”dei bambini, è un modo di fare scuola di alto livello e non si può pensare che sia sostituito con un riduttivo e non formativo “doposcuola” a pagamento.
• le supplenze: mancano i fondi per pagare le ore di supplenza e sono state ridotte le compresenze, che in casi di necessità, venivano utilizzate anche a questo scopo; quando manca un docente spesso i bambini sono quindi smistati nelle varie classi e in questi casi non hanno un insegnante che fa loro lezione, bensì un insegnante che si occupa di tanti alunni e che quindi fatica a fare la normale attività di scuola.
Le nostre scuole hanno fatto per quest’anno scolastico tutto ciò che era possibile per creare meno disagio ai bambini, ai ragazzi ed alle famiglie: aspettiamoci però tempi peggiori, perché visto il programma triennale di tagli alla scuola, non è possibile pensare ad un futuro migliore.
Se le persone presenti all’incontro si aspettavano rassicurazioni dal rappresentante del governo, dott. Tronzano, sono stati molto delusi: ha infatti confermato i tagli alla scuola ed ha sostenuto che tutto funziona bene; ci informa che i risultati numerici a livello nazionale sono buoni, che il tempo pieno non è stato diminuito e che tutti possono averne accesso; propone però alle famiglie presenti di passare alle 24 ore (esempio, dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30), confermando che questo è il modello prescelto dal nostro governo. Il suo intento è di rassicurare i presenti, che invece colgono la differenza tra le sue “vuote” parole fatte esclusivamente di numeri (ricordiamoci però che parliamo di persone) e la “grave” realtà che viviamo quotidianamente nelle nostre scuole.
Quando i genitori affermano che abbiamo già cominciato a “pagare” la scuola, che invece essendo pubblica non dovrebbe prevedere contribuiti da parte delle famiglie, Tronzano s’indigna e afferma che la scuola non sarà mai a pagamento.
Solo qualche giorno più tardi nel Consiglio d’Istituto delle medie si discute di un punto all’ordine del giorno: chiedere un contributo alle famiglie per sopperire alla mancanza di fondi per il funzionamento della scuola (es. contributo per l’acquisto di carta per fotocopie, toner per le stampanti e fotocopiatrici, carta igienica, ecc.). I genitori e gli insegnanti presenti in quel Consiglio hanno deliberato di non chiedere contributi alle famiglie per questi motivi. Ma non ci è appena stato detto che la scuola non è e non sarà mai a pagamento?
Come genitori possiamo pensare di contribuire economicamente ai progetti che la scuola organizza per i nostri ragazzi, ma se cominciamo a partecipare economicamente anche per le attività di funzionamento, assolutamente di pertinenza dello Stato, si da avvio ad un lento ma inesorabile processo di privatizzazione della scuola pubblica. Non bisogna sottovalutare questo momento: chiedere oggi qualche euro alle famiglie, può sembrare semplice e praticabile quasi per tutti. Ma sappiamo bene che quando si comincia a contribuire, non si tornerà mai più indietro: oggi potrebbe essere qualche euro, ma in futuro, anche non troppo lontano, diventeranno molti euro.
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