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venerdì 28 ottobre 2011

Istituti comprensivi a Torino

Riportiamo un articolo molto interessante tratto da La Stampa di ieri, sugli Istituti comprensivi.
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Il mondo della scuola è in fibrillazione per la riorganizzazione della scuola di base in istituti comprensivi (materna, primaria e media) voluta dalla finanziaria. 
Dopo l’approvazione definitiva dei criteri da parte del Consiglio regionale, con un percorso di tre anni per realizzare il 100% dell’obiettivo, ieri si è tenuto il primo appuntamento di un cammino a tappe forzate che dovrà portare il Comune ad approvare il proprio «piano di dimensionamento» entro il 18 novembre. La Provincia delibererà il suo entro il 30, la Regione approverà il complessivo entro dicembre. Tempi strettissimi, quindi, anche se per il 2012/13 la Regione impone di realizzare «solo» il 20% del totale. 

Ieri mattina l’assessore ai Servizi Educativi del Comune Maria Grazia Pellerino e i dirigenti dell’assessorato hanno illustrato ai presidi torinesi una «simulazione». Un piano che ha preoccupato i sindacati e che, secondo Nunzia Del Vento, dirigente scolastica e vice presidente dell’Asapi, associazione delle scuole piemontesi, «è stato fatto con la sola applicazione numerica delle norme, mentre occorre prendersi il tempo necessario per studiare i criteri oggettivi, evitando grandi sconvolgimenti. Così non c’è una sola scuola che resti com’è. Si dovrebbe rivedere tutto: personale, inventario, sicurezza». 


Per Teresa Olivieri, segretario Cisl Scuola Torino, l’elemento positivo della simulazione del Comune è «aver ipotizzato un piano complessivo, come se si dovesse fare l’anno prossimo: da 70 istituzioni scolastiche - 31 primarie, 18 medie e 21 comprensivi esistenti - si arriverebbe a 52 nuove. Di queste, 6 sarebbero comprensivi esistenti, 13 modificati e 33 nuovi». Anche per la Cisl, presente all’incontro con Cgil e Uil, «il criterio numerico non può bastare. Nel Distretto 2, Santa Rita, per esempio, si costituirebbero 5 istituti, uno dei quali con 1440 iscritti, due da 1300 e due da 1200, mentre la Regione indica 1200 come massimo. Poi, i modi di accorpamento non tengono conto della continuità, dei flussi di iscrizioni dalle elementari alle medie, dei progetti didattici». Ancora: «Ci sono casi in cui a un’elementare con 150 allievi si unisce a una media da 700: non ha senso. Per questo occorre lavorare con calma. Per l’anno prossimo chiediamo sia realizzato solo il 20% indicato dal piano regionale». 

In effetti il Comune ha previsto nella prima settimana di novembre una fitta serie di incontri nelle Circoscrizioni con i dirigenti scolastici del territorio e i presidenti. «Il piano è una simulazione. L’ho ribadito - puntualizza l’assessore Pellerino -: ci prenderemo tutti e tre gli anni per fare la riorganizzazione nel modo migliore. L’anno prossimo procederemo solo con il 20% previsto».

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